La Genova di De Andrè

La Genova di De Andrè

Città verticale, sempre in eterna lotta con gli spazi, diffidente con i forestieri, culturalmente luterana e al tempo stesso cosmopolita, Genova cominci a rimpiangerla solo dopo che te ne sei andato. Ne era consapevole Fabrizio De André, che l'ha sempre considerata casa sua, non solo il luogo delle sue radici e della sua giovinezza. Così, ad un certo momento, aveva deciso di farvi ritorno come quei marinai che, dopo essere stati costretti a spendere tutta la propria esistenza altrove, sentono il bisogno di lasciare andare gli ormeggi e di rimettere i piedi a terra. Proprio li ci accompagna Giuliano Malatesta, che ha ripercorso i trentacinque anni di vita genovese di uno dei più importanti cantautori italiani, raccontando alcune sue amicizie, quella tanto intensa quanto fugace con Luigi Tenco e quella impossibile con il poeta Riccardo Mannerini, ricordando gli esordi sul palcoscenico o le peregrinazioni notturne in quei carrugi che il suo mentore Remo Borzini chiamava "fossili di storia patria", e facendo parlare i vecchi amici, i pochi rimasti, ben felici di rievocare, tra una partita a cirulla, una battuta di pesca e una versione scanzonata della Canzone di Marinella, antiche storie di quella che era una volta la meglio gioventù genovese. Con la piccola ambizione di provare a ricostruire anche il clima culturale di un'epoca di quella che, al di là delle apparenze, fu davvero una città-laboratorio.
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Alessia Bronico

È un libro, questo, che consente di visitare Genova e di conoscere meglio la figura di Fabrizio ma ci permette, anche, di ripercorrere un pezzo di cantautorato italiano, e la nascita della famosa “scuola genovese”. Consente una ricognizione e un ricordo del più grande cantautore della sua generazione, snob, geniale, anarchico, gande poeta...

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