Serratura sommersa
La levigatura di Angelo Parisi si pone nel bivio del respiro. Non solo per la profonda concessione linguistica che egli mette in atto in questa silloge, quanto piuttosto per una penetrazione lirica che non indugia al gioco linguistico bensì diventa geografia grammaticale di un'anima. L'associazione lessicale dei suoi versi, che possiedono la precisione degli sketch della mente, assomiglia a una recitazione illimitata, che pur intravedendo un debito di formazione e di paternità con la poesia frazionata di avanguardia di Sanguineti, il lavorio inciso di Andrea Zanzotto e le vertiginose espressioni care a Pasquale Panella, procede con una linearità propria e originale.
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