E di moda la morte
Stilisti e consulenti d'immagine, pubblicitari e pierre, veline e autori televisivi: dove si rintanano, quando tutti i flash sono spenti? Quali sono i loro sogni segreti? Che forma hanno le ombre che si portano dietro? Protagonista di questi racconti è l'umanità che abita lo spazio della moda: universo che scintilla, segna il tempo, gli dà il verso e immola corpi al desiderio comune. Sesso e cervello, dietro le quinte di una sfilata, fanno cortocircuito. Sullo scintillio che ne deriva si ferma lo sguardo di Raul Montanari. Che scruta e registra: vite davanti a un crepaccio, amicizie in maschera pronte a sbriciolarsi, ferite cui ci si affeziona. Milano, più che sullo sfondo, sta in rilievo: "nottaiola" e "fintocordiale", stringe come un recinto persone e personaggi; si mostra talvolta stanca e sfatta: come dopo una sfilata. C'è allora chi ne fugge via: per esempio Nadia, quando ritrova i suoi incubi di bambina. O c'è chi la attraversa inquieto: come le modelle che hanno addosso odore di stanchezza; come il tassista che le accompagna verso destini oscuri. Ma niente è come all'apparenza sembra: in questi racconti a orologeria, le vicende si complicano improvvisamente, prendono direzioni pericolose. Un grido strozzato o l'eco di uno sparo stridono come l'unghia che tira via una patina d'oro. La Moda e la Morte - lo dice un antico dialogo leopardiano - hanno parecchio da dirsi. E in queste pagine, quasi appunti per una futura operetta morale, sembrano avere ripreso il discorso.
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