Dentro due valigie rosse
Dalì sembra vivere in un cono d'ombre. Quella di sua sorella, che si porta dietro una scia scura già nel nome: Ombra, appunto. E quindi, che abbia comportamenti oscuri e fluttuanti non può essere una coincidenza. Per questo quella ragazza, e poi donna, che ha diviso le sue notti e i suoi spazi, è agli occhi di Dalì talmente inspiegabile che non riesce a fare a meno della sua fraterna perturbanza, rendendola poi il riflesso di tutto quello che non è mai stata. Ma la vera ombra che cala sulla vita di Dalì, e non solo, è quella di due valigie rosse che per anni i suoi genitori riempiono di speranza per le vacanze estive. Valigie che, però, un pomeriggio d'agosto vede davanti alla porta di casa, pronte per andar via, con suo padre. Un'immagine che diventa una massa indistinta, un grumo di perché non risolti, domande mai fatte e anni passati a sentirsi un'intrusa. Troppo presa a infangare l'immagine di un ex marito che le lascia per una che potrebbe essere sua figlia, sua madre pare trincerarsi in una torre fatta di mezze frasi e giornate sempre uguali. Dalì è solo una bambina, e cresce sognando saloni deserti in una casa deserta, dove poter suonare indisturbata. Quando però si sveglia da quel sogno, capisce di essere donna e che il tempo passato a non sentirsi protagonista non è stato veritiero con lei che, invece, ha rappresentato qualcosa in più: un perno invisibile, ma necessario a far muovere l'ingranaggio.
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