Il mio nome era un altro
Marek è nato in un campo rom, probabilmente in uno slum vicino a Bratislava. Di quella parte della sua infanzia ricorda poco ma sono le sue radici e inevitabilmente le porta dentro di sé, anche quando viene abbandonato dalla madre e accolto in un istituto. Nel moderno orfanotrofio vive senza traumi, tranquillo e sereno, ma senza una madre e un padre. Fino a quando arrivano Sandra e Mario. Una vita insieme, una vita felice e poi improvvisamente quell'urgenza, quel bisogno di avere un figlio che, però, non arriva. E allora la strada giusta è l'adozione: una chiamata, un viaggio verso la Slovacchia con in mano qualche fotografia e un grumo di paura e speranza. Marek finalmente ha qualcuno che lo fa sentire speciale, unico, con un'identità. Ma Sandra e Mario non sono i suoi genitori e nonostante tutto l'amore Marek vacilla, insicuro e testardo, tra la necessità di mettere alla prova il loro amore per lui e la drammatica paura di perdere tutto. Nulla lo rassicura.
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