La vigilia dei nostri sensi
E una raccolta d'esordio quella di Vincenzi, e perciò fisiologicamente esposta al rischio di un'eccessiva esibizione di indipendenza o, al contrario, di un'imitazione non perfettamente digerita e distribuita, eppure l'autore sa alternare e riannodare con equilibrio e maturità la singolarità della sua voce poetica con un omaggio e un recupero affettuoso della grande tradizione letteraria italiana. Tra i suoi versi si affacciano, ad esempio, Dante e Ariosto, quasi ad aprire e chiudere un percorso esistenziale e letterario che si costituisce indissolubilmente di drammaticità e ironia; ma soprattutto sono presenti, in misura maggiore e minore, i "classici" otto-novecenteschi Leopardi, Montale e Caproni i più riconoscibili -, che abitano il corpo delle liriche e che spesso danno sostanza ritmica e lessicale all'intero discorso poetico.
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