Cara Dafne
Cara Dafne... è l'incipit di ogni lettera inviata alla figlia maggiore: mentre l'autore si trovava rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Un romanzo in cui la narrazione è mescolata alle lettere scritte e ricevute, senza soffermarsi sulla vicenda che lo ha portato all'arresto e al carcere preventivo. La scrittura è quella di un padre, impaurito e solo, che racconta la propria difficile quotidianità alla figlia: le celle da cambiare, le visite, gli insulti dei secondini, il trattamento durissimo, i compagni di cella con i loro crimini. Racconta la difficoltà nel fare fronte alla nuova condizione della sua vita, l'angoscia di pagare un tributo troppo alto per le sue debolezze, la disperazione per ciò che da un giorno all'altro ha perso. La paura, soprattutto, di un padre che ha deluso i propri figli e che forse non potrà più garantir loro una vita decente. La storia di un rapporto tra padre e figlia, un rapporto che, nella durezza soffocante del carcere, nell'impossibilità di fare altro se non scriversi, trova la forza per diventare saldo come mai prima.
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