Effetti collaterali
Lettera d'amore alla medicina, dove si sconfessa l'importanza della sessualità, "Effetti collaterali" riabilita la poesia della capsula e della pillola, quella che tutti i giorni viene ingiustamente soffocata nella prosa anemica della prescrizione medica e della ricetta. Il narratore, che vive all'epoca della Nicorette e del Prozac, sceglie come interlocutore Etienne de La Boétie, scrittore del 1500, per accompagnarlo come un analgesico morbido nella sua agonia. Al lato del letto in cui lo scrittore sta morendo, si sviluppa il discorso di un vincolo volontario alla medicina, in una divertente conversazione dalla logica rovinata per l'abuso di Laroxyl. Deroche veglia il suo corpo come si veglia un bambino con la febbre alta, lo scruta, lo valuta, ne fa il centro di una ispezione terapeutica in cui i nomi delle medicine sembrano nomi di uccelli esotici. Pagina dopo pagina il racconto del corpo sbranato, senza sesso, viene costruito con una pazienza rabbiosa.
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