Gli stemmi dei Vicari di Certaldo
Tibaldeschi sostiene una verità talora trascurata negli studi araldici, e cioè che le decorazioni araldiche dei palazzi pubblici italiani sono tra le non molte e tra le più importanti, anche quantitativamente, fonti primarie di cui lo storico dispone in questo campo: sono veri e propri stemmari istituzionali costruiti nel tempo che riflettono con esattezza le intenzioni dei contemporanei e non, come gli stemmari costruiti ex post, compilazioni soggettive. Allo stesso modo il Palazzo Pretorio di Certaldo è ricchissimo di questo materiale che l'autore analizza attraverso schede illustrate ragionate. Egli ha incrociato i dati iconografici con quelli provenienti dalle fonti d'archivio (e in particolar modo la straordinaria documentazione, anche araldica, relativa ai vicari certaldesi); ha seguito e tentato di ricostruire, per quanto possibile, la struttura originaria della decorazione; ha colmato le lacune negli stemmi e nelle legende; ha indicato e commentato infine tutti quegli elementi stilistici e figurativi (dalla forma degli scudi, agli ornamenti esteriori, alla trattazione delle figure) che vanno spesso perduti nelle compilazioni secondarie, ma che risultano decisivi per comprendere l'evoluzione degli stili, del gusto e delle pratiche araldiche, troppo spesso trattate dagli storici con superficiale uniformità. Il tutto nella forma agile di chi guida il lettore, anche il profano, fornendo tutti gli accessori di rito.
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