A Firenze un concilio delle nazioni
Alla fine di giugno del 1952 si svolgeva in Palazzo Vecchio il primo Convegno per la pace e la civiltà cristiana. Si trattava della prima iniziativa lapiriana a carattere internazionale. Progettati come l'occasione per una riflessione culturale sulla validità "politica" della civiltà cristiana e sul contributo che essa poteva dare alla costruzione della pace nella drammatica stagione della "guerra fredda" e della minaccia atomica, i "convegni di La Pira" suscitarono negli anni l'interesse e l'attenzione non solo del mondo diplomatico, ma anche di non pochi significativi entourage intellettuali come quello del cattolicesimo progressista francese, i cui gruppi erano legati alla prospettiva maritainiana di una "nuova cristianità profana" o all'esperienza della nouvelle théologie. Non va sottovalutato l'interesse sempre maggiore di alcune élites culturali dei paesi arabi mediterranei: basti a titolo di esempio la figura di Taha Hussein, ministro egiziano della pubblica istruzione, che fu attivo e affezionato partecipante dei convegni a partire dal 1953. Ideati come "concili" delle nazioni cristiane che non avevano compiuto lo scisma dal cristianesimo, in evidente polemica anticomunista, i convegni lapiriani si rivelarono ben presto una significativa esperienza di riflessione e di dialogo con l'emergente mondo arabo, africano e asiatico.
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