Nel segno della luna
Attraverso le pagine di questo volume (organizzato nelle sezioni Luna crescente, Luna piena, Luna calante, Luna nuova), Leonora Leonori Cecina si pone davanti allo specchio per ritrovare le proprie connotazioni profonde decisive nel "segno della luna" che, per tradizione, è sinonimo metamorfico di donna. Proprio come Diana, muove nei suoi territori chiaroscurali evocandone gli angoli di memoria e illuminandone il definirsi fra finito e infinito in sintonia con un discorso sulla notte che l'autrice svolge fino dai suoi esordi. La tecnica rappresentativa usata è quella dell'affioramento di ciò che Mario Luzi ha chiamato per lei "l'elargizione naturale". In questa difficile operazione, anche la dinamica dei versi, che al fondo muove dal settenario e dall'endecasillabo, evita svolgimenti melodici e si interrompe al momento giusto per lasciare spazio alla riflessione, acuta o amara, vergata con tratti da cartiglio sibillino, tanto più in un'opera come questa, dove la notte (il nero) fa da sfondo all'esercizio conoscitivo dell'autrice, che Stefano Lanuzza, nella prefazione, col suo acume critico, ha individuato come "luna bianca", cioè capace di generare "magia" positiva. Insomma, "nel segno della luna" la luziana "elargizione" è divenuta messe e la copiosità metaforica si è trasformata in poemetto identitario di scandita evidenza.
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