La Baldissera e lo sciopero delle trecciaiole del 1896 attraverso la cronaca de «La Nazione»
Già dai primi decenni del XVIII secolo la produzione in quantità industriale di cappelli di trecce in paglia fatti e cuciti a mano aveva richiesto il lavoro di un enorme numero di persone, per lo più di sesso femminile. Le trecciaiole costituivano il gruppo più numeroso degli addetti al settore. Verso la fine del secolo, però, l'importazione di trecce di paglia di grano dalle zone intorno a Napoli prima, e poi di paglia riso dalla Cina, a prezzi notevolmente inferiori a quelli della produzione nostrale, mise in crisi il settore e migliaia di donne, già malpagate per essere troppo numerose rispetto all'offerta di lavoro, si ritrovarono le retribuzioni ridotte o persero addirittura il lavoro. Lo sciopero fu inevitabile: il 16 maggio 1896 ebbe inizio la più grande, se non la prima, manifestazione di rivendicazione salariale del lavoro femminile in Toscana. La durata dell'agitazione fu di un mese e vide aggregarsi anche le tabaccaie di Firenze e le impagliatrici di fiaschi di Empoli. Barsene Conti, la Baldissera, incarnò tutte quelle donne tanto coraggiose. Nel volume sono raccolte le cronache del giornale "La Nazione" che segnarono un periodo di grande fermento politico: erano gli anni della nascita del partito socialista, fondato da Andrea Costa. Lo sciopero delle trecciaiole fu espressione fondamentale della cultura progressista che si andava sviluppando in tutto il comprensorio fiorentino.
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