Lettere (1966-1971)
Il carteggio fra il poeta Carlo Betocchi e lo scrittore Antonio Pizzuto è innanzitutto il documento di una vicenda editoriale: la pubblicazione su "L'Approdo Letterario" di alcune pagine del questore palermitano che onorava i suoi anni estremi vergando alcune tra le prose formalmente più temerarie del nostro Novecento. Le 65 missive raccolte inquadrano una svolta cruciale della biografia artistica di Pizzuto: il preannuncio e la definitiva affermazione di quella "sintassi nominale" che renderà pressoché illeggibile una scrittura già conosciuta come "difficile" e di cui l'epistolario restituisce preziose istantanee. Betocchi si mostra ancora quale apparve a Giovanni Raboni: "un artigiano toscano, un intagliatore di cornici, un orafo, un ebanista". Pizzuto svela un volto quanto mai cordiale, un talento comunicativo capace di condurre il minimo evento quotidiano, il semplice aneddoto nello spazio felice del racconto.
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