La solitudine di chi resta
Al centro della raccolta "La solitudine di chi resta" c'è il tumulto interiore di chi non abbandona, ma viene abbandonato. Spesso si dà del coraggioso a colui che parte, colui che lascia; è sicuramente un atto impavido e certamente pieno di incertezze e dubbi. Poco si parla, però, del turbinio emotivo che tocca provare a chi coscientemente decide di restare dopo che l'aquilone ha preso il volo. Quanta dignità c'è nell'uomo che non lascia, ma viene lasciato. Quanta solitudine e disperazione. E nella confusione di chi, ormai solo, cerca una dimora stabile compare un mondo nuovo pieno di demoni, di giocolieri, sbruffoni, essere umani col cuore a metà inquinati dalle loro esperienze. "La solitudine di chi resta" è la raccolta dei pensieri viscerali, a tratti estremamente crudi di chi ha vagabondato in solitudine da vagabondo tra una moltitudine di vagabondi, infestando case, persone e domandando perdono. Colui che da emarginato vive tra gli emarginati ama troppo e per questo soffre grandemente.
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