Erésia contro nùmeno (dell'arte di vivere e morire)
Erésia contro nùmeno (dell'arte di vivere e morire): La domanda "Dio esiste?" può trovare una risposta risolutiva capace di dare un quadro oggettivo al senso della esistenza umana? Secondo Alessandro Matteucci sì. Egli cerca, fra prosa metrica e poesia, di distruggere per ricostruire il significato profondo di ogni concetto umano. L'arcaico e il futuribile si fondono in una forma letteraria che ha poco di divulgativo, ma è ricca di "giochi" (allitterazioni onomatopeiche, chiasmi, arcaismi provocatori e, dulcis in fundo, un acrostico). Come a dire: la storia ci ha insegnato che la divulgazione serve a fare proseliti e i proseliti servono ai dominatori che verranno. Come a dire: meglio un lupo istruito che mille pecore obbedienti. L'autore ci invita a guardare il mondo con occhi ripuliti per vederlo come avrebbe potuto essere. Come sarebbe oggi se quelli che ce l'hanno affibbiato così goffamente abusato, prima di scolpirlo senza perizia e ad occhi bendati, avessero dovuto chiedere il permesso a quelli che non possono fare a meno di amare. Così amore e intelligenza si fondono nell'unica risposta possibile. Così viene scarcerato l'egoismo, che si fa intelligente, e lanciata l'accusa alla supercompensazione esterna, che l'uomo vorace chiama progresso. Dalla fisica delle cose alla fisica dell'anima: esistere = morire in consapevole coscienza (E=mc²).