Dolci quartine
Quando scrivo una poesia, è spontaneo per me comporre spesso versi in quartine. Nonostante abbia cercato di scrivere versi non rispettando tali canoni, non sempre ci sono riuscita, in quanto ciò mi risulta innaturale. Ragion per cui, anche il titolo acquista la sua naturale giustificazione; si tratta quasi sempre di quartine, tranne qualche eccezione. Aggiungo anche che il mio amore per i sonetti di Shakespeare ha avuto la sua rilevanza nella mia ispirazione. Per questa ragione, vorrei porgere un omaggio di riconoscenza a tale illustre poeta. I poeti, si sa, esprimono il loro linguaggio in versi, spesso in lotta con la società in cui vivono, una società in un'ottica di omologazione, dove vi è un invito celato a vivere nell'uniformità, a scapito dell'originalità, della libertà e della creatività. Ecco, infatti che il poeta uscendo da tale omologazione, andando contro corrente, viene considerato un diverso, spesso un asociale, in quanto non si sottomette alle regole dell'opportunismo e del perbenismo. In questo libro, si esprime la libertà nelle quartine di essere "diversi", laddove la diversità non fa paura e l'anormalità fa rima con creatività, anzi mira ad un livello universale di conoscenza. Il poeta con i suoi componimenti spesso si sente un "diverso", o meglio è la massa a volte che lo considera tale. La diversità, ad ogni modo, assurge ad un grado di sensibilità che non è da tutti ed esprime un livello di evoluzione, come anche nella storia dell'uomo, per uscire dalla quotidianità della routine. I cambiamenti hanno sempre creato progressi.