Gocce di rassegnata vergogna. La pratica forense

Gocce di rassegnata vergogna. La pratica forense

Le luci e le ombre di Taranto fanno da sfondo alla vita di Claudio, un ragazzo timido e sensibile che condensa, nella sua esperienza, le afflizioni di molti giovani alla ricerca di una identità troppo spesso screditata da una realtà indegna. Taranto, splendida ancella dai vestiti laceri e consunti, è lo specchio opaco di un'Italia sull'orlo del fallimento, dove buona parte degli oltre duecentomila abitanti ha dimenticato che cosa sia il futuro perché troppo impegnata ad aggrapparsi ad un presente in declino. In questa culla di orrori, tutto è più complicato e maledettamente immobile, scialbo, stagnante soprattutto per chi ha il desiderio di crescere e volersi bene. Claudio è un praticante avvocato, una figura troppo spesso dequalificata e svilita nella sua dignità, soprattutto in una realtà, quella del capoluogo ionico, dove il numero degli avvocati ha un'incidenza superiore rispetto al resto della penisola. La pratica forense diventa una sorta di Minotauro dal volto delicato e splendente della speranza ed il corpo ripugnante e sconvolgente dell' inganno. Un'esperienza fatta di tessere gelide e mordaci che si accumulano a formare un drammatico puzzle.
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