Dove il sole si congela
Il protagonista, un bambino (un ragazzo? un uomo?), si ritrova per ragioni sconosciute imprigionato in una stanza asfissiante, buia, fredda: ha a disposizione solamente una penna, qualche foglio e la propria fantasia. Nell'arco di un tempo che scorre ora veloce, ora lento, egli scoprirà la verità più terribile, il segreto che l'ha portato in quella condizione di estrema solitudine, di dolore misto, però, a vivida speranza: tutto ciò che un uomo comune non può sopportare, tutto quello che sembra atroce per un qualunque "essere umano", può esser magistralmente vinto e dominato da chi si supera e diviene scrittore, brillando della più pura non-umanità abbattendo anche la propria nemesi per antonomasia, la più feroce nemica: la morte. La brevità dello scritto è parte integrante dello stesso; tutto avviene in un tempo non ben precisato, luoghi e persone hanno l'aspetto che più piace a chi scrive: niente è vero, ma nulla è totalmente fittizio. L'apparente nonsenso di alcuni passaggi, la frattura fra un discorso e l'altro, la mancanza di logiche correlazioni sono tutti elementi voluti ed assolutamente indispensabili per tratteggiare non un uomo, ma un'anima, colorata, variopinta, mutevole e per questo impossibile da imbrigliare in dettami e connessioni razionali.
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