Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi

Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi

Una delle peculiarità del nostro paese è di avere un servizio sanitario universale e gratuito che ci ha permesso di essere all’avanguardia nel mondo per qualità e durata della vita media. Già il fatto che la Costituzione affermasse il diritto universale alla salute, in parallelo agli sviluppi del welfare state europeo, ha rappresentato un importante elemento di discontinuità della Repubblica rispetto al passato liberale e fascista. Ma la vera rottura è avvenuta negli anni Settanta. In particolare, nel 1978 la realizzazione del Servizio sanitario nazionale ha modificato il dibattito politico e scientifico, il modello organizzativo e gli assetti istituzionali. L’assistenza psichiatrica, la salute delle donne, quella sul lavoro e quella ambientale furono oggetto di interventi riformatori di grande importanza e riguardarono la visione dei servizi pubblici e il modello di cura, le relazioni tra medico e paziente. È con gli anni Ottanta che muta la gestione a livello internazionale di questo modello fino a metterne in discussione l’universalismo, favorendo progressivamente l’allargamento delle attività di mercato. La pandemia di Covid-19 ha poi portato alla luce l’accentuarsi delle disparità territoriali come delle diseguaglianze sociali.

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