Terra italiana. Possedere il suolo per assicurare i confini 1915-1954
La risposta fu nel tentativo di sottrarre almeno una parte delle proprietà terriere agli ‘allogeni’ delle nuove province per impiantarvi famiglie coloniche italianissime. Simili piani videro il coinvolgimento di enti operanti anche nel resto d’Italia e nelle colonie in attività di bonifica e colonizzazione. L’esito finale sarebbe stato piuttosto deludente. Limiti di bilancio e considerazioni di politica estera frenarono i propositi più ambiziosi. In Alto Adige influì anche il giudizio tutt’altro che negativo che il fascismo aveva dei sudtirolesi, considerati conservatori, cattolicissimi e legati alla terra, quasi un esempio per i rurali delle altre regioni del Regno. La ricostruzione dei propositi fascisti di ‘conquista del suolo’ e del loro sostanziale fallimento consente di cogliere le oscillazioni e le incoerenze della politica del regime verso le minoranze linguistiche, gli elementi di continuità con il nazionalismo prebellico e con quello successivo al 1945, ma anche il modo tutt’altro che lineare attraverso cui il fascismo definì l’identità italiana.
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