L' ordinamento criminale della deportazione
Questo libro indaga da un lato sulle radici politico-legali dell’Olocausto, dall’altro sull’attualizzazione del dibattito in merito all’alternativa tra valori universali e concezione autoritaria del paese. In Italia, con la svolta antisemita del 1938, vennero creati un apparato burocratico e una disciplina discriminatoria che portarono alla sistematica schedatura degli ebrei italiani e alla loro ‘morte civile’. Con la nascita della Repubblica sociale la caccia all’ebreo per opera delle istituzioni interne assunse, di fatto, un valore ‘costituzionale’: Salò divenne un tassello dell’universo concentrazionario nazista.In quest’ordine d’idee, il libro analizza i principali atti normativi e giudiziali, inquadrandoli nel dinamismo politico-sociale dell’epoca, che condussero alla trasformazione degli appartenenti ad una minoranza da cittadini a ‘cose’ maltrattabili e sopprimibili in nome dell’odio etnico e del sadismo xenofobo.