Combattere la postdemocrazia
A sedici anni dall’uscita di Postdemocrazia, Colin Crouch torna a tracciare la mutazione (e le derive) della democrazia rappresentativa occidentale alla luce dei più recenti sviluppi politici e sociali. Già nel 2003 Colin Crouch delineava le debolezze e le caratteristiche della nostra democrazia rappresentativa: il crescente disinteresse dei cittadini alla vita pubblica, la competizione elettorale che si trasforma in uno spettacolo controllato da esperti nelle tecniche di persuasione, il peso delle lobbies all’interno dei parlamenti eletti. Questa nuova fase fu denominata da Crouch ‘postdemocrazia’. Oggi, a sedici anni di distanza, è essenziale aggiornare e ridefinire il quadro post-democratico alla luce dei più importanti eventi politici, economici e sociali degli ultimi anni: la crisi economica del 2008 e, due anni dopo, la crisi dell’Unione Europea; la crescita e l’affermazione dei partiti populisti e xenofobi di destra; l’utilizzo politico della rete e dei social network (che all’inizio promettevano l’allargamento del dibattito democratico mentre oggi si rivelano strumento di controllo e persuasione di massa); ma anche i movimenti ambientalisti e femministi cresciuti e rafforzatisi negli ultimi anni. Nell’ultima parte del libro, Crouch si concentra su alcune proposte concrete in grado di salvaguardare la democrazia rappresentativa e costruire un’alternativa a un futuro che appare a tratti distopico.