Roma, Romae. Una capitale in età moderna
Roma, tra la fine del Quattrocento e il 1870, è una città-laboratorio. Un luogo dove, più che altrove, la storia locale diviene storia mondiale. Questo grazie a una specificità che la differenzia da tutte le altre capitali mediterranee ed europee: l’essere centro di un ‘impero’ globale e universale, quello della Chiesa cattolica. Città unica Roma. Centro universale della cristianità e dell’orbe cattolico. Capitale votata all’esaltazione della propria missione cosmopolitica anche grazie alle vestigia di un passato imponente per la storia umana. Ma anche città ‘normale’. Luogo di quel reticolo di relazioni, culturali, politiche, economiche e antropologiche che rende ogni spazio urbano uno spazio vivo. Ed è proprio mettendo a confronto queste due dimensioni che riusciamo a comprendere l’ineludibile singolarità di Roma. Il libro ripercorre così problemi e forme, eventi e dinamiche della storia della capitale dello Stato della Chiesa ricostruendo l’evoluzione delle strutture cittadine, della vita e delle consuetudini quotidiane dei Romani, dei flussi di pellegrini e dei viaggiatori. Un panorama complessivo in cui trovano spazio le trasformazioni del tessuto urbano e della società, i luoghi dell’aggregazione intellettuale e le dinamiche linguistiche e dialettali, le componenti di gender e quelle delle diverse nationi, nonché le forme di rappresentazione e di autorappresentazione, interne ed estere, della città stessa. Un ritratto che c’interroga sulla natura e sulle identità delle città mediterranee, plurali per natura, cosmopolite per storia.
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