Il triangolo vizioso. Tiranni, terroristi e l'Occidente

Il triangolo vizioso. Tiranni, terroristi e l'Occidente

L’ascesa e la caduta dell’Isis, il ruolo dei tiranni mediorientali raccontati da uno dei protagonisti delle primavere arabe, esule in Europa. «Palestinese cresciuto negli Emirati ora in esilio in Norvegia, Iyad el-Baghdadi ci mostra, da attivista più che da freddo analista, i tre grandi nemici della pace: terroristi, tiranni e l'Occidente che li appoggia» - Francesca Caferri, Robinson «Nonostante si oppongano gli uni agli altri, RA tiranni e terroristi hanno una relazione simbiotica: i terroristi hanno bisogno dei tiranni per reclutare e radicalizzare; i tiranni hanno bisogno dei terroristi per legittimare il loro potere; i governi occidentali, invece, hanno bisogno sia degli uni che degli altri per giustificare i loro interventi militari e i conseguenti vantaggi economici e politici. Si tratta di un ‘triangolo vizioso’» «Il 17 dicembre 2010 un venditore ambulante di nome Mohamed Bouazizi si diede fuoco in un atto di protesta estremo contro una vita fatta di umiliazioni sotto un regime dittatoriale. Nel giro di poche settimane un incendio si era propagato in tutto il mondo arabo, ispirando proteste e ribellione da parte di una generazione che non conosceva altro che la tirannia. Quella finestra di opportunità non è rimasta aperta a lungo. Nell’agosto 2013 venne versato così tanto sangue da far cadere la regione in una spirale di violenza: la mattina del 14 agosto il regime egiziano massacrò al Cairo più di ottocento civili, sostenitori del deposto Presidente Mohamed Morsi. Una settimana dopo il regime di Assad colpì due sobborghi ribelli di Damasco con razzi riempiti di sarin, uccidendo più di mille civili. Il Medio Oriente entrava così in una nuova fase della sua storia, caratterizzata da una ribellione più ostinata, da una tirannide più vendicativa e da un terrorismo più sanguinario. Oggi i cittadini della regione mediorientale sono bloccati in un falso e opprimente dilemma: sono costretti a sostenere gli autocrati in cambio di sicurezza e stabilità oppure a schierarsi con gli estremisti islamici per spezzare il giogo dei tiranni e vendicare le loro angherie. Questo triangolo vizioso non è vuoto. Al suo interno giacciono i comuni cittadini che sopportano il peso della repressione, perdono i diritti, la capacità di agire e, in molti casi, le loro vite. El-Baghdadi esprime in queste pagine la sua idea per scardinare il triangolo vizioso: dotare la società civile araba – che esiste ed è composta da una grande maggioranza di giovani molto più colti e liberi dei genitori – di una autonoma cultura democratica. Che non può essere copiata dall’Occidente, ma può essere appoggiata alla tradizione migliore e più aperta del mondo islamico. È per mancanza di una comune cultura libertaria che sono fallite le primavere arabe ed è attraverso un pensiero nuovo e originale che il mondo arabo potrà rompere il triangolo vizioso.
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