Sinisa e Mia. Due partite difficili, un solo risultato disponibile
"La Serbia, l'adolescenza, la guerra, i genitori. L'Italia, la maturità, la famiglia, la carriera. La vita di Sinisa Mihajlovic è una parabola romanzesca come le traiettorie delle sue punizioni. Potenti e dolci, come le lacrime sul suo viso mentre racconta la malattia, dando dignità alla sofferenza e alle sue emozioni. Mia è la mia seconda figlia, che a quattro anni si è ammalata iniziando la sua battaglia. E che tra angosce e dottori, ferite ed ospedali, mi ha insegnato il valore del tempo e le cose davvero importanti, donandomi la pace. Ho incrociato le nostre storie immaginando di incontrarlo, perché il mister, con la sua visibilità, ha avuto il merito di spiegare al mondo come si fa a guardare, dritto negli occhi e petto in fuori, un nemico che nemmeno riesci a vedere. Lo stesso nemico di tante persone e di tanti bambini, che combattono insieme alle loro mamme e ai loro papà. E se la metafora bellico-calcistica serve a chi scrive per intrecciare la narrazione, niente e nessuno deve togliere merito a chi lotta a modo suo, non sapendo come finirà, accettando la paura e la disperazione. Versando tante lacrime, ma con feroce convinzione: «Lo andiamo ad attaccare. La partita ce la giochiamo, vinciamo noi»".
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