Manierismo. Ediz. italiana, inglese, spagnola e portoghese
La definizione di Manierismo è stata oggetto di dibattito presso i teorici dell'arte fin dalla sua prima comparsa nella trattatistica del XVIII secolo. Il termine, usato per indicare i pittori del secondo Cinquecento seguaci dei grandi artisti rinascimentali, si riferiva alla loro pratica di dipingere imitando lo stile, la "maniera",dei maestri, considerati come il livello più alto di perfezione raggiunto nella storia. A lungo il Manierismo è stato considerato un periodo di decadenza, in cui la fredda imitazione virtuosistica delle forme, tesa al bizzarro e al capriccioso, si sostituiva all ' ispirazione autentica e creativa. Il successivo processo di rivalutazione, avviato solo a partire dai primi del Novecento, ha cercato di sottolineare gli elementi di continuità con il Rinascimento, ravvisando nel Manierismo un suo prolungamento, al punto da individuare caratteri "manieristi" nell 'opera degli stessi Michelangelo e Raffaello, che della corrente costituivano i principali modelli. A volerne tracciare le linee fondamentali, il complesso fenomeno del Manierismo conobbe le sue prime manifestazioni a Firenze, per poi svilupparsi a Roma tra il 1520 e il 1527, anno in cui il sacco di Roma determinò la diaspora degli artisti ivi raccolti verso il resto d' Italia e l'Europa. La sua versatilità, l 'apertura alle contaminazioni, la diffusione di messaggi colti attraverso la preziosa eleganza formale fecero sì che la corrente venisse apprezzata dall 'aristocrazia e circolasse nelle corti.
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