Lo spirito del mondo. L'inquietudine del divenire. Discorsi su Hegel
Rendere l’idioma filosofico di Hegel a noi come più “contemporaneo”, restituire, cioè, un’immagine di Hegel non solo “ritrovato”, ma da ri-trovare nella crisi del presente, davanti al rischio e alle sfide del sapere mondano. Perseguendo tali intenzioni, l’Autore, nella parte prima del libro, “attualizza” la problematica della potenza del negativo nell’orizzonte della storia della filosofia occidentale che rilegge Hegel. Nella seconda, ricostruisce criticamente la scena (e la drammaturgia) filosofica hegeliana che configura il destino del soggetto tra conflitto, desiderio e riconoscimento. Nella terza, specifica gli aspetti essenziali del rapporto tra Hegel e le morfologie della modernità inerenti al suo discorso filosofico sulla soggettività, la libertà e l’anatomia della società civile. Nella quarta, tematizza, in una cornice storico-filosofica, il nesso tra soggettività, storia e vita nel passaggio da Hegel a Dilthey. Nella quinta, con Hegel oltre Hegel, rilegge l’ermeneutica filosofica del Novecento che dialettizza la relazione tra filosofia ed esperienza “attraverso” Hegel. Nella sesta, discute l’intreccio tra filosofia, politica e rivoluzione in Hegel nel “conflitto delle interpretazioni” speculare della filosofia politica contemporanea. Nell’ultima, la settima, delinea, in forma di glossa, una mappa interpretativa dell’inquietudine del divenire centrata sulla dialettica hegeliana tra filosofia, tempo e spirito. Nella postura filosofica di Antonio De Simone, Hegel, nei suoi impulsi di libertà, conserva ancora una “storicità vivente”, ulteriore, indicativa, non ordinaria, ineffabilmente disturbante il brusio dell’esperienza della contingenza vissuta irrazionalmente nella sua maschera tragica. All’ingresso del XXI secolo, Hegel, con la sua “eredità” concettuale, permane un interlocutore “costellativo”: una riserva di senso, un pensiero inquieto capace di disvelarci la questione dell’essere.