Antifascisti adesso... Perché non è ancora finita
Cosa vuol dire essere antifascisti ai giorni nostri? Esiste un pericolo di ritorno del fascismo storico? O è piuttosto verosimile l’espandersi di un impasto di nazionalismo camuffato da primato patriottardo, di razzismo come paura patologica dell’altro, di dirigismo autoritario, di pensiero antiscientifico mischiato a elementi propri del fascismo? Essere antifascisti adesso vuol dire contrastare il mostro destrutturandolo e assieme proporre un’alternativa che è tutta contenuta nella Costituzione, mai pienamente applicata, e che va difesa, nella cura della memoria partigiana. Occorre una nuova narrazione della Resistenza, in cui la memoria del passato diventi guida per l’azione nel presente e stimolo per l’impegno civile. Al tempo del reversibile declino della democrazia, quando il sistema dei partiti non corrisponde più all’arco costituzionale dei primi decenni della Repubblica, l’associazionismo democratico può essere sia una barriera contro qualsiasi avventura autoritaria sia un punto di ripartenza civile e sociale nella storia dell’Italia libera e liberata. Ma non basta. Occorre estirpare i mali che avvelenano il Paese e creano sfiducia, risentimento, rancore: la povertà , il declassamento sociale, la disoccupazione. Non c’è antifascismo senza lotta contro le diseguaglianze.