Calci e sputi e colpi di testa
C'è il calciatore disciplinato, che tiene la posizione, non si espone pubblicamente, e risponde alle interviste con quelle due o tre frasi di circostanza imparate in anni di carriera. E poi c'è Paolo Sollier, il ribelle, il "comunista", l'uomo sempre fuori dal coro. In campo non è stato un campione, al massimo un gregario con poco piede e molto fiato. Fuori è stato un'icona, l'unico giocatore ad aver vissuto attivamente il Sessantotto, i movimenti, l'impegno sociale nella "sua" Vanchiglia, a Torino. Questa è la sua storia, dentro e fuori dal campo. Prefazione Renzo Ulivieri.