Estetica antropologica. Per una poetica dell'umano

Estetica antropologica. Per una poetica dell'umano

Estetica antropologica è una nozione introdotta negli anni Sessanta del Novecento da Rolando Toro Araneda, psicologo e antropologo cileno, noto per avere ideato il Sistema Biodanza. Con questa idea il suo obiettivo era riscattare la parte luminosa dell'essere umano celata da un incessante lavorio culturale volto a valorizzare invece l'ombra, le nostre miserie e piccoli egoismi. Mettere in luce la grandezza umana, le capacità affettive, etiche, creative e legate alla conservazione della vita insite nella specie, risulta una proposta destabilizzante perché contraria all'approccio schivo nei confronti di teorie generalizzanti che sembra aver contraddistinto almeno una parte della riflessione antropologica negli ultimi decenni. In questo testo, il recupero di questa nozione prende una valenza duplice: da una parte enunciare lo specifico progetto antropo-poietico di Toro, sorto in un contesto culturale cileno multidisciplinare, in cui psichiatri, artisti, antropologi e psicologi hanno stretto un'alleanza con l'idea comune di "umanizzare la medicina", dall'altra, associandola alla proposta di Francesco Remotti attorno a un'antropologia inattuale (2014), quella di portare alla luce il valore dell'antropologia, anche negli aspetti oggi considerati inattuali, come il fare teoria oltre che solo etnografia, come scienza capace di parlare ai membri della propria comunità in merito a tematiche e preoccupazioni contemporanee, di prendersi carico dell'attualità, attraverso una pratica conoscitiva intrinsecamente etica.
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