Look over look. Il cuore fotografico del cinema di Stanley Kubrick
Kubrick? Le sue biografie ci hanno raccontato il passaggio dal mestiere di fotoreporter (già a diciassette anni assunto dalla rivista "Look") a quello di fi lmmaker indipendente e poi di regista di kolossal come 2001: Odissea nello spazio e Barry Lyndon. L'apertura dello Stanley Kubrick Archive ci ha introdotto nei vari progetti non realizzati. Ma la conoscenza approfondita del suo lavoro fotografi co - un'esperienza maturata nella stessa New York di Diane Arbus, Weegee, William Klein, Robert Frank, Elliott Erwitt e gli altri innovatori di cui Kubrick è stato amico personale o allievo indiretto - permette ora una nuova e originale rilettura di tutta l'opera, dall'esordio di Day of the Fight (un photo essay che diventa un fi lm) ai capolavori della maturità. Se Shining si chiude con una carrellata verso una foto (forse in omaggio al celebre corto Wavelength del regista/fotografo Michael Snow) e Full Metal Jacket ha fra i personaggi principali un fotoreporter di guerra, un po' tutti i fi lm di Kubrick possono essere riletti come una riflessione sulle fotografi e (sempre presenti in quanto oggetti della quotidianità moderna) e sulla fotografi a (tecnologia madre del cinema, fermo-immagine come punto limite della modernità cinematografi ca). Partito da "Look" e arrivato all'Overlook Hotel, Kubrick ha attraversato tutti i generi conservando nelle sue immagini un'estetica che trova il suo cuore nella scuola fotografica di New York.