In un presente di abbandoni vivi (dalla distanza, qui, in un respiro)
In queste liriche il dolore viene colto e descritto in varie sfumature e declinazioni sino a rendersi corale tramite una parola che, priva di orpelli e ridondanze, s'inabissa nella tragicità dell'esperire quotidiano per decantarsi, distillarsi, elevarsi in limpida evocazione e accorata invocazione. Intrisi di soffusa e incalzante musicalità, questi versi compongono come una partitura in cui ogni singola voce deve la propria nitidezza ad una tensione epica che niente e nessuno risparmia, avvolgendo in uno sguardo compassionevole umani e non umani, vegetali e pietre, riscattando dall'oblio aspetti infinitesimali del vivere. Ci troviamo innanzi ad una poesia esistenziale permeata dal primo all'ultimo istante d'intenso afflato cosmico, di una intrinseca religiosità che si tramuta in estasi commossa e palpitante in cui tutto ciò che è naturale si fa visionaria incantazione.