Ricamatrice di parole. Uno sguardo sulle scritture e sull'esperienza di volontaria in carcere di Athe Gracci (La)
All'indomani del pensionamento, dopo una vita dedicata all'insegnamento nella scuola pubblica, Athe Gracci comincia la sua attività di volontaria presso la Casa Circondariale Don Bosco di Pisa. I suoi corsi di ricamo si trasformano in breve in spazi di ritrovata libertà, in luoghi protetti in cui i detenuti sperimentano la rara condizione di soggetti del racconto della propria vita. Quasi che al percorso tracciato sulla stoffa da ago e filo corrisponda un analogo percorso interiore. Un viaggio nei meandri dell'anima, alla ricerca di quelle domande sommerse che, se inespresse, suonano come un'ulteriore condanna. Così, attraverso le parole donate e ricevute, attraverso i colloqui, le lettere, le poesie, i frammenti autobiografici, si va ricucendo la trama di storie troppo spesso sfilacciate, se non addirittura negate. L'enorme quantità di scritti custoditi da Athe Gracci merita uno sguardo attento, uno sguardo che cerchi di far luce su una pratica educativa che ha saputo fare della scrittura un potente strumento maieutico e trasformativo nei luoghi di reclusione.
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