Reti di storie. L'essere dell'uomo e della cosa
In "Reti di storie" Wilhelm Schapp, allievo di Husserl, espone per la prima volta al grande pubblico il pensiero portante della sua "filosofia delle storie". Nell'impianto teoretico del pensatore, le storie rappresentano il fenomeno originario, gli elementi ultimi oltre i quali l'indagine filosofica non può procedere. Ogni uomo, questa la tesi, si trova fin dalla nascita avvolto in un fascio di storie. Questa condizione d'involgimento essenziale viene felicemente espressa dalla frase più celebre dell'opera: "La storia sta per l'uomo". Con essa, l'autore ci vuole dire che l'unica chiave d'accesso all'essere dell'uomo è la comprensione del contesto dinamico di storie in cui egli è costantemente irretito. Nella condizione strutturale e ineliminabile dell'irretimento, cose e persone ci si fanno incontro come centri irradianti storie. Il nostro prendere parte a una storia anziché a un'altra determina quindi, di volta in volta, chi o cosa siamo.
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