Il divenire di una poetica. Il «logos veniente» di Andrea Zanzotto dalla «Beltà» a «Conglomerati»
Il saggio ricostruisce la genesi e lo sviluppo della poetica del "Logos erchomenos" (o "Logos veniente") di Andrea Zanzotto a partire dalla "Beltà" (1968) a "Conglomerati" (2009). L'indagine, condotta sui preziosi materiali autografi del Centro Manoscritti di Pavia, immette il lettore nel vivo del laboratorio zanzottiano degli anni '60 e 70. E qui che, tra le suggestioni provenienti dalla psicoanalisi, dalla filosofia, dalla teologia e dall'antropologia coeve, oltre che dalla fondamentale collaborazione con Federico Fellini, il poeta di Soligo rielabora e attualizza il mito romantico del "Dio a venire". Attraverso l'analisi che ne rivela le molteplici declinazioni e motivazioni storico-culturali, quest'ultimo si rivelerà un'imprescindibile chiave esegetica per comprendere la seconda, più matura fase della scrittura di Zanzotto. Nella selva della postmodernità non vi sono sentieri battuti. Il poeta, e più in generale l'uomo, può solo camminare in una realtà fantasmatica e cosparsa di macerie. Ma se questo è il segno del tempo, dell'epoca, la sua assenza di senso è ciò che continua ad additare ad altro: non una direzione, non una mèta; piuttosto un'assoluta sottrazione nostalgico-utopica, che lascia andare i suoi figli nella più rischiosa e onerosa delle libertà.
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