Il dramma del Mediterraneo. Malta e Lampedusa, frontiere liquide, confini solidi
Il testo esamina le modalità attraverso le quali la frontiera liquida mediterranea si ricompone all'interno di territori paradigmatici d'emergenza, quali le isole, secondo le logiche solide della territorialità moderna. L'idea che sottende il lavoro è che la frontiera sia un luogo (o un non-luogo) che manifesta o nega se stesso, a seconda di chi e come decide di attraversarlo. Da spazi utopici o spazi dell'ideale, le piccole isole di Malta e Lampedusa oggetto di una ricerca etnografica condotta dall'autrice tra il 2011 e il 2013 - divengono spazi distopici, di messa al margine dell'Altro, del diverso, dell'errato. L'Altro è il migrante, attore dell'attraversamento, colui che agisce la frontiera e ne sperimenta le sue ricadute, una volta approdato "sulla terraferma". Ed è qui che la frontiera si ricompone, secondo distinzioni chiare, binarie e di mutua esclusione (dentro/fuori), attraverso quelli che l'autrice individua come: confini di significato, confini spaziali, confini di cittadinanza. Prefazione di Emilio Cocco.