Tra Cina ed Europa. Filosofia dell'«écart» ed etica della traduzione nel pensiero di François Jullien
La riflessione che François Jullien conduce da più di venticinque anni fra le tradizioni di pensiero dell'Europa e della Cina, elaborando un dialogo che attraversa molteplici dominii - la morale, l'estetica, le logiche del senso, la strategia, il "vivere" - e dimostra una portata interdisciplinare (con applicazioni ad ambiti quali la politica, l'economia, la psicoanalisi), rappresenta uno dei contributi più originali e complessi che siano rinvenibili nel panorama filosofico contemporaneo. La presente monografia si propone di ripercorrere la sottile ma coerente evoluzione che ha contraddistinto il "cantiere" speculativo del filosofo francese, per analizzarne la logica, svilupparne le implicazioni e restituirne appieno i grandi obiettivi di fondo: svelare nello specchio dell'esteriorità cinese l"impensato" del pensiero occidentale, rimettendo radicalmente in discussione categorie "date" e acquisite in modo ormai irriflesso (in primis quelle di cultura, identità, universalità); rilanciare la filosofia nell'ottica di una "co-costruzione" interculturale, vale a dire riattivarne le questioni fondamentali, sfruttando il fecondo effetto rivelatore del concetto di "scarto" (écart) in opposizione a quello sterile e reificante di "differenza"; e offrire un paradigma di dialogo definibile come auto-riflessione dell'umano, nella consapevolezza che filosofare significa sempre "pensare altrimenti" e che la traduzione "è la sola etica possibile del mondo globale che verrà".
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