Guy Debord. Anche il cinema è da distruggere. Sul cinema sovversivo di un filosofo dell'eresia e commentari sulla macchina/cinema
In questo pamphlet sul cinema sovversivo di Guy Debord, l'opera cinematografica (e scritturale) del filosofo francese è stata rivisitata nelle pieghe affabulative più estreme e ogni film passato alla moviola... E lo studio sul cinema di Debord più approfondito e insolente mai compiuto in tempi di ignoranza culturale o di credenze politiche oscurantiste... Frutto di anni vissuti in adesione e fraternità con Debord (amico e compagno di lotte in Italia negli anni '70, per le quali fu espulso come persona indesiderabile) e l'Internazionale Situazionista. Non è un lavoro di restaurazione né di celebrazione di un "mito" (compreso male o interpretato peggio), è un canto d'amore per una generazione maledetta che ha preso i propri sogni per la realtà e cercato di portare l'immaginazione al potere, non per possederlo ma per meglio distruggerlo. Far retrocedere dappertutto l'infelicità. Come diceva il maestro: "Non ho veramente ambito ad alcuna sorta di virtù, tranne forse a quella d'aver pensato che solo alcuni crimini di un genere nuovo, di cui certamente non si era potuto udire nel passato, avrebbero potuto non essere indegni di me". Va detto: molti di coloro che nel corso degli anni ho ben conosciuto avevano soggiornato nelle prigioni di diversi paesi... Alcuni certo per ragioni politiche, altri per reati o crimini di diritto comune... Ho quindi conosciuto soprattutto poeti, poveri e ribelli. Buona visione. Prefazione di Enrico Ghezzi.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa