Rilke e l'Oriente
"Oriente" è, per Rilke, un "mondo a sé, un mondo di nuance", in cui sono rintracciabili i segni di un "esserci" differente da quello occidentale. Differente perché non è "espressione" di una soggettività potente che su tutto esercita il suo desiderio di possesso e la sua volontà di dominio, quanto, piuttosto, di un io che, senza alcun privilegio, è parte impermanente del mondo ed è quindi capace di esperirlo interamente. Una pluralità di Orienti assai diversi tra loro è così divenuta, per Rilke, strumento essenziale per sottoporre a critica radicale l'idea di soggetto e per attuare un "rivolgimento" del modo stesso di esercitare la sfera del sentire.
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