Lo spazio della memoria. I monumenti alla resistenza nella diversità dei linguaggi
Il presente lavoro è frutto del dottorato di ricerca in composizione architettonica svolto presso l'Università di architettura di Venezia, indaga come cambia la forma architettonica dei monumenti alla resistenza dopo la seconda guerra mondiale. Se alla fine della grande guerra i memoriali venivano costruiti su alture e dovevano, per volere del regime, essere visti da lontano in modo che i caduti fossero riconosciti "eroi della patria", dopo il secondo conflitto si passa ad una dimensione più raccolta degli stessi monumenti dove prevale un senso di pietas nei confronti delle vittime, questo si traduce nella costruzione di spazi architettonici di modeste dimensioni che raramente creano rapporti urbani; al contempo il percorso per raggiungere il cuore del monumento diviene fondamentale per preparare il visitatore ad una dimensione intimista che consente di comprendere gli orrori della guerra. Le spazialità qui descritte sono un primo tentativo di dimostrare come in modi diversi il fare architettura interpreti un sentimento collettivo legato ad un preciso periodo storico.
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