Giocare sull'orlo del caos. La creatività del linguaggio tra l'epistemologia della complessità e la filosofia di Wittgenstein
Rileggendo le "Ricerche filosofiche" con gli occhi dei teorici della complessità, posso affermare che Wittgenstein si concentra su una idea di gioco che nel suo svolgersi prevede sviluppi creativi, innovazioni che non possono essere previste prima che il gioco abbia luogo. Prendendo a prestito parole dai teorici della complessità, ho chiamato questa idea giocare sull'orlo del caos, per evidenziare il concetto che giocare significa costruire collettivamente, secondo regole flessibili, una trama semantica che deve essere costantemente mantenuta viva con l'aiuto della tecnica, del talento e delle capacità dei giocatori; altrimenti, se ciò non avviene, il gioco rischia di crollare verso il disordine semantico. Il gioco diventa, così, quello spazio regolato che al suo interno lascia spazio alla creatività. Esso sviluppa creatività, cioè la possibilità di creare innovazione, la possibilità di cucire un ricamo semantico che si differenzia sempre e sempre più. Frutto di processi creativi, l'innovazione diventa quel processo che si sviluppa all'interno di una ecologia semantica regolata; solamente all'interno di una tradizione ereditata prendono l'avvio processi innovativi che provano a modificare, trasformare e rivoluzionare del tutto lo sfondo semantico ereditato.
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