Squarci nel Medioevo. Tradizione e sperimentazioni
La cultura contemporanea, diffusa e massmediatica, continua ad abusare del Medioevo alla stregua di un contenitore di luoghi comuni: un "altrove", lontano e comodo, di origini, radici, comportamenti sociali che vengono sommariamente formalizzati in un "prima" distante ed esotico, immaginando lo svolgersi del passato come un continuum spazio-temporale senza inversioni di rotta, senza possibilità del verificarsi di momenti di frattura specifici per un determinato luogo in un tempo dato; e il Medioevo dei non specialisti ottiene un grande riscontro presso il largo pubblico proprio perché corrisponde alla cultura comune e a ciò che quel largo pubblico si aspetta. Il Medioevo dell'odierna cultura diffusa risente assai poco delle ricerche degli storici e risponde invece a esigenze tenaci della psicologia collettiva, variamente confermate e alimentate dalla grande informazione. La presente pubblicazione nasce dall'esigenza di ribadire i concetti di base fondamentali in un'onesta indagine storica del Medioevo, nel tentativo di rendere più familiari gli strumenti essenziali della ricerca e automatici i riferimenti critici di interpretazione del valore delle fonti, passate e presenti, ma anche di spingere oltre le frontiere delle metodologie abituali, considerando le potenzialità offerte da un rinnovato dialogo tra scienze naturali e studi umanistici. Con esiti talvolta sorprendenti.
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