Poteri criminali e crisi della democrazia
Il rapporto tra economia, politica e poteri criminali è uno degli aspetti più interessanti e controversi della storia della democrazia italiana. Nonostante la presenza di numerose ricerche e pubblicazioni sul tema, restano ancora molti elementi da approfondire e da sottoporre a una seria e sistematica analisi scientifica. Partendo da queste premesse, il volume prova ad esplorare le relazioni tra organizzazioni criminali mafiose, mondo della politica, sistema produttivo e mondo dell'informazione, cercando di individuare e comprendere le caratteristiche di un sistema di poteri in cui è sempre più tenue il confine tra lecito e illecito. Perché da un lato, le mafie trovano sempre maggiori e più complesse forme di compenetrazione con la politica e con l'economia; d'altro lato, le istituzioni non sempre riescono ad attivarsi per garantire presidio e trasparenza dei processi decisionali pubblici. Attraverso letture interdisciplinari e comparate sui legami tra criminalità dei colletti bianchi, mafie, corruzione politica, controllo dell'informazione e sistemi di riciclaggio di capitali di illecita provenienza, il testo analizza gli effetti prodotti da tali legami sulla democrazia del nostro Paese e sul suo sistema di relazioni internazionali. Nell'attuale scenario caratterizzato da una profonda crisi della rappresentanza e da una generale disaffezione dei cittadini per la politica, esso cerca anche di valutare l'impatto sul territorio di alcune attività di contrasto alla criminalità.
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