Il tempo della precarietà. Sofferenza soggettiva e disagio della postmodernità

Il tempo della precarietà. Sofferenza soggettiva e disagio della postmodernità

L'esistenza umana è ontologicamente confrontata con le insidie e la durezza della realtà. Mai però come oggi, a causa della crescente fragilità dei legami sociali, si è dato un periodo tanto gravido di incertezze e inquietudini. Le istituzioni della modernità che avevano nel bene e nel male organizzato e governato la dinamica della vita individuale e collettiva, primo tra tutti il lavoro, sembrano, infatti, ora incapaci di fornire alla soggettività un efficace ancoraggio sociale. Per questo motivo la contemporaneità può essere descritta come "Il tempo della precarietà". In questo tempo, integralmente orientato dal "discorso del capitalista", il carico dovuto alla preoccupazione e alla sofferenza per lo svilimento della dimensione lavorativa ha infatti raggiunto livelli insostenibili e fino a pochi anni fa addirittura inimmaginabili. In questo libro si sono raccolte argomentazioni e testimonianze teoriche e cliniche che, attraverso la psicoanalisi e la sociologia, interrogano a fondo la questione della precarietà e della sofferenza che immancabilmente ne deriva. Parlare di precarietà, tentare di definirla oltre il luogo comune, diventa allora un punto di partenza essenziale per poter riconoscere, nell'ordine di questa inedita condizione sociale generalizzata, la dimensione sempre singolare di ogni sofferenza. Prefazione di Massimo Recalcati, postfazione di Danilo Gruppi.
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