Palazzo Nervi-Scattolin. Venezia

Palazzo Nervi-Scattolin. Venezia

«Il viaggio attraverso i paesaggi urbani proposto da questa collana ha come obiettivo non solo la valorizzazione delle sedi storiche delle Banche del Gruppo Intesa Sanpaolo, ma anche l'approfondimento scientifico del ruolo degli istituti di credito nella pianificazione degli interventi architettonici delle città. Dalle ricerche iconografiche e documentali emerge un filo conduttore nel dialogo tra banchieri e tessuto della comunità che racconta gli esiti di una profonda condivisione di canoni estetici, funzionali e culturali. I tratti distintivi dell'architettura dei palazzi storici offrono quindi una risposta coerente alla crescita della società, con progetti di costruzione e restauro in grado di ispirarsi alle sollecitazioni del tessuto urbano in evoluzione. Un progetto editoriale di ampio respiro deve necessariamente contemplare la trattazione di diversi stili architettonici, prevedendo edizioni dedicate non solo alle sedi storiche. Questa guida, che propone un'analisi di Palazzo Nervi-Scattolin, segue il filone di studi sugli edifici contemporanei di proprietà del Gruppo e suggerisce un esame sui processi di trasformazione dell'architettura delle città. La costruzione di un edificio da destinare a sede della Cassa di Risparmio di Venezia, commissionata tra gli anni sessanta e settanta del Novecento, è paradigmatica del rapporto tra la città storica e l'architettura moderna. In parallelo alle opere di ristrutturazione di un altro palazzo Liberty in città, la ricerca di una risposta alle esigenze operative indusse la Cassa a promuovere una nuova realizzazione in grado di adattarsi alla conformazione lagunare. Le innovative soluzioni tecniche portarono alla costruzione di un edificio di indubbio interesse architettonico, che richiese non solo una progettazione appassionata e ingegnosa dal punto di vista strutturale, ma anche una particolare articolazione nei rapporti tra committenza e amministrazioni locali, con la partecipazione congiunta di due insigni progettisti. Emerge dal racconto una rinnovata testimonianza della capacità degli istituti di credito di connettersi alle sensibilità dei territori in cui operano anche attraverso la valorizzazione delle peculiari istanze culturali...» (dalla Prefazione di Gian Maria Gros-Pietro)
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