Maggio 1968
I manifesti del maggio francese. Ediz. illustrata: Le barricate al Quartiere latino, dieci milioni di lavoratori in sciopero, centinaia di fabbriche occupate in un grande movimento spontaneo, le scritte d'amore e di rivolta sui muri, i manifesti di una nuova rivoluzione... Era il maggio del 1968 a Parigi. Uno degli aspetti (meno caduchi nonostante gli imbianchini del regime) della "rivolta di maggio" è stato l'esplosione immaginativa tradottasi sui muri delle facoltà occupate dagli studenti prima in slogan poi in manifesti di denuncia, di attacco aggressivo e provocatorio contro il potere, la società borghese, o in appoggio alle lotte operaie. I manifesti prima di tutto. Ve ne sono alcuni che possono essere considerati degli autentici capolavori dell'arte del manifesto politico e altri che non vanno al di là del documento di agitazione. Ma valutarli soltanto dal punto di vista estetico significherebbe tradirne lo spirito. Vanno visti nel loro insieme e in rapporto a un determinato obiettivo politico: essi costituiscono una straordinaria sintesi grafica del clima nel quale gli studenti avevano scoperto (o riscoperto) i princìpi dell'autogestione e della vita democratica. Quindi un'operazione collettiva strettamente legata all'avvenimento del giorno, alla comprensione delle lotte operaie, tesa a tradurre l'ironia o l'urgenza di uno slogan nella soluzione più semplice e immediata.