Mistero buffo a colori. Opere da «Nuovo manuale minimo dell'attore»
"Pittore professionista e attore dilettante" - come lui stesso si definisce -, Dario Fo non ha mai smesso di dipingere da quando, giovinetto, era stato ammesso a Milano al liceo, prima, e all'Accademia di Brera, poi. La feconda e felicissima carriera teatrale, avviata all'inizio degli anni cinquanta, è stata dunque costantemente affiancata dalla produzione di studi, bozzetti e veri e propri quadri nei quali Fo appunta le sue invenzioni, raffigura brani del suo racconto, dà corpo e forma a personaggi del suo immaginifico repertorio popolare, prima che il pensiero e l'emozione si raffreddino e svaniscano. "Mistero buffo" è la celebre opera messa in scena per la prima volta nel 1969 e replicata in tutto il mondo: Fo ne ripercorre ora significativi momenti, protagonisti, situazioni e ruoli (specie impersonati dalla compagna Franca Rame), attraverso una sequenza di dipinti che restituiscono, nello spazio bidimensionale della tela disegnata e colorata, l'effetto coinvolgente della scena teatrale.