Brera incontra il Puskin. Collezionismo russo tra Renoir e Matisse
Tra Ottocento e Novecento, in un periodo di grandi cambiamenti sia nell'arte sia nella società russa, nacquero una serie di raccolte personali di arte contemporanea tra le più rilevanti e rappresentative al mondo. L'estrema attenzione per le correnti artistiche non ancora affermate, la capacità di individuare il pregio delle opere d'arte e di scorgervi autentici capolavori, riflettono il leggendario senso degli affari, il particolare intuito, che talvolta rasentava l'azzardo, degli industriali moscoviti. Tra essi, spiccano le leggendarie figure di Sergej Puskin e Ivan Morozov, le cui collezioni di capolavori, che spaziano da Monet a Picasso, da Renoir a Matisse, sono confluite in parte al Museo Statale delle Belle Arti "A.S. Puskin" di Mosca, e dal 2006 sono esposte nelle sale della Galleria d'arte europea e americana del XIX e XX secolo. Grandi mercanti d'arte e mecenati, i collezionisti Puskin e Morozov erano dotati di grande intuito: considerati bizzarri nella loro terra d'origine, la Russia appunto, questi personaggi erano due moderni e ricchi borghesi di larghe vedute. Amici personali degli artisti, quali Bonnard, Matisse, Picasso, acquistano senza discutere quadri che non interessano né i collezionisti né tantomeno i musei, ma seguendo i propri gusti e la propria indole: passionale e istintivo, Puskin segue la strada maestra dei grandi passaggi artistici; rigoroso e cauto, Morozov si sofferma sulle vie più solitarie che lo portano a scoprire grandi protagonisti del Novecento.