Giorgio de Chirico. La città del silenzio: architettura, memoria, profezia
Solenni e austere, le città metafisiche appartengono a una dimensione fuori del tempo. Ma sembrano preludere anche agli scenari contemporanei. Custodiscono memorie di una classicità infranta. E sono un modello cui hanno guardato molti architetti del Novecento. Racchiudono seduzioni tratte dal dialogo con gli spazi reali. E propongono montaggi audaci. Sono luoghi ermetici, segnati da acrobazie stilistiche. "Spaesaggi", per riprendere le parole di Jean Cocteau. Le città del silenzio ripercorre i viaggi dechirichiani: da Volos a New York, passando per Firenze, Parigi, Torino, Ferrara e Roma. Indaga i modi attraverso i quali si allestiscono geografie urbane dipinte, dense di forza ironica, che sembrano appropriarsi degli artifici cari a linguaggi come il cinema. Delinea una costellazione occupata da progettisti che, tra appropriazioni e tradimenti, si sono richiamati alla lezione del Pictor Optimus: dai creatori di epoca fascista agli animatori del postmodern. Si svela, così, il volto autentico di Giorgio de Chirico. Un profeta involontario. Un pittore ancora fortemente attuale, dotato di una personalità sfuggente, che si è sottratto a ogni rigida coerenza, per consegnarsi a molte maschere, a tante identità.