Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano
"L'eruzione che nel 79 d.C. colpì Herculaneum ha interrotto il flusso del tempo, consegnando alla storia un'affascinante città quasi congelata nell'istante della catastrofe. Quella stessa coltre vulcanica che la distrusse ne ha per converso consentito la straordinaria conservazione, Goethe nel suo Viaggio in Italia, scriveva "Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante". Se i visitatori, a partire dal Grand Tour, hanno ammirato quest'incredibile spaccato della quotidianità romana, storici ed archeologi hanno potuto studiare nel loro contesto reperti che altrimenti non si sarebbero conservati, come stoffe, alimenti e, soprattutto, legno, materiale che rende Ercolano unica tra le testimonianze del mondo romano. Laddove ci si sarebbe atteso di trovare cenere o l'impronta degli elementi in legno, come testimoniato a Pompei, qui il legno non è bruciato ma ha conservato forma ed aspetto originari, pagando all'eruzione un tributo accettabile: la carbonizzazione".[dall'introduzione di Francesco Sirano, Direttore del Parco archeologico di Ercolano]In mostra, per la prima volta in modo organico, il patrimonio straordinario di manufatti in legno, mobili, elementi architettonici, oggetti di uso quotidiano, tavolette cerate, sculture, insieme agli scheletri di imbarcazioni e attrezzature nautiche: una autentica miniera di conoscenze rare e inedite per la riscoperta dell'antica arte della falegnameria e dell'ebanisteria.